ABBIATEGRASSO – Tra le professioni più penalizzate ci sono parrucchieri ed estetisti che attendono di sapere quando poter riaprire e con quali indicazioni. Ne parliamo con Luciana Marsano di piazza V Giornate, “Lalù” per le clienti-amiche. “La categoria sta subendo un grande disagio economico anche se, ci mancherebbe, la salute viene prima di tutto. In questo momento però , quello che stanno chiedendo dimostra che forse non si sa che noi parrucchieri, tutti i protocolli di igienizzazione rispecchiano quanto facciamo abitualmente. Alla clientela parliamo di tagli, di colore, di prodotti appropriati, dobbiamo forse comunicare meglio tutto quello che facciamo per tutelare la salute. Intendo far sapere questa parte che facciamo abitualmente oltre a vendere sorrisi, bellezza, benessere. Sì, questa parte che davamo per scontata ora andrà divulgata. La cliente nemmeno s’accorge di quello che facciamo perchè non abbiamo l’abitudine di comunicarlo. Parliamo di colore, del taglio, di quello che sta meglio, ma non quello che si fa anche per tutelare la salute, si utilizzano sterilizzatori, le spazzole imbustate le uso da 15 anni, il monouso lo uso da sempre per salvaguardare le clienti ma anche me stessa e i miei collaboratori. Per noi come per tutti i parrucchieri che lavorano seriamente è una consuetudine, lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo, ovviamente anche con mascherine e guanti, ma chi ora chiede questi protocolli forse non se ne è reso conto, è quindi giunto il momento di ribadirlo e farlo percepire. Sono e sarò sempre in prima linea per i diritti e soprattutto per i doveri,..” . Anche il mondo della moda è in difficoltà. Un comparto che rischia grosso, la merce per la primavera-estate già richiesta e in parte consegnata prima della pandemia, potrà essere venduta? Una domanda che preoccupa tutti coloro che vendono abbigliamento. La merce va comunque pagata e la riapertura come sarà? Quante persone potranno entrare in negozio, quali accorgimenti vengono richiesti? Rispondono Sabrina e Piera le titolari dell’atelier di piazza Marconi: “Come sarà la ripresa? Quante volte abbiamo cercato una risposta… per noi che siamo una piccola realtà nel mondo dell’abbigliamento femminile, in un paese alle porte di Milano, città colpita in modo pesantissimo dal Covid-19, sarà una ripresa pesantissima, lunga e molto lenta. Lo diciamo a ragion veduta, anche se le notizie di riapertura si sono succedute in modo irrazionale, quando pensavamo di riaprire ecco l’ennesimo rinvio, dal 4 all’11 maggio. Bene noi siamo chiuse dall’ 11 marzo, non abbiamo avuto nessuna entrata ma abbiamo ricevuto ugualmente le bollette delle utenze, l’unica persona che ci è venuta incontro è stata la proprietà dei locali, che capendo la situazione non ci ha sollecitato l’affitto. Quindi riprendersi senza nessun aiuto concreto dal Governo, con le sole nostre forze sarà dura anzi durissima. Chiaramente confidiamo nella fedeltà delle nostre clienti, ma sappiamo che non avendo libertà di movimento, dovendo parzializzare le entrate, dovendo sanificare, ogni giorno 2 volte, il nostro esercizio nel doveroso rispetto della salute altrui e nostra, dovendo lavorare con mascherina, guanti… che inizio sarà? Ce la metteremo tutta come abbiamo sempre fatto, ci inventeremo e reinventeremo la vendita, troveremo il modo di fidelizzare i nostri clienti, amplieremo le nostre vedute, Sarà sufficiente? Speriamo di sì, allora forza e coraggio e arrivederci, speriamo, lunedì 11 maggio! Intanto pensiamo a preparare mascherine fashion da abbinare…”. La stessa domanda la rivolgiamo a Maria Fasani, titolare del centralissimo Bar Piccadilly, che lunedì mattina risponde: “Ieri l’annuncio del Presidente del Consiglio ha sconvolto di nuovo tutto. Avevo fatto progetti per utilizzare soprattutto i tavolini all’aperto con le corrette distanze ma scopro che non sarà possibile. Dal 4 maggio sarò comunque presente per l’asporto anche a domicilio. Quanto sta succedendo mi rattrista perché non c’è alcuna attenzione per il nostro settore, una chiusura così prolungata è disastrosa… In molti mi fanno sapere di aver voglia di un caffè e di non aspettare altro che di tornare al più presto a una seppur limitata normalità. Dal 4 io sarò presente per fare al meglio quanto è consentito fino al 1° giugno, data indicata per l’effettiva riapertura”. E.G.