L'eco della città

Caritas, aumentano i poveri in città

ABBIATEGRASSO – Il Centro d’Ascolto della Caritas di Abbiategrasso, che ha sede il corso San Pietro 62, come ogni anno elabora una relazione sull’attività svolta. Da diversi anni aumenta il numero delle persone che si rivolgono a Caritas. Al 31 dicembre 2015 risultavano in carico 138 persone (87 donne – 51 uomini; 70 italiani – 68 stranieri). I nuovi soggetti presi in carico nel 2015 sono stati 71 (42 donne – 29 uomini; 34 italiani – 37 stranieri ). Tra i nuovi casi del 2015 gli stranieri provenivano prevalentemente da: Marocco, El Salvador, Egitto, Sri Lanka. I rimanenti erano divisi tra 15 nazionalità diverse. Durante l’anno sono stati effettuati 1.317 colloqui e distribuite 855 borse viveri. “I bisogni prevalenti sono: il lavoro, l’indigenza, la casa. – spiegano i responsabili Caritas – La mancanza di lavoro è la prima causa per cadere in povertà. Le prospettive per il reinserimento in molti casi sono nulle o quasi. Aumentano i disoccupati di lungo corso (due anni e oltre), quelli che il lavoro quasi non lo cercano più (soprattutto quando hanno un’età superiore di 45/50 anni) e vivono nella precarietà e nell’incertezza. Vi è un incremento esponenziale del lavoro nero, del lavoro insicuro, del lavoro con paghe irrisorie. Il principio, il soggetto e il fine del lavoro è e deve essere sempre la persona umana. L’indigenza costringe le persone alla richiesta di cibo (vedi borse viveri) e/o contributi per il pagamento di bollette luce, gas, ticket sanitari. A volte, anche se hanno un’occupazione, le entrate non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari. La casa è un problema che si protrae da anni e che va aggravandosi sempre più (canoni elevati rispetto al reddito, sfratti quasi esclusivamente per morosità, rate di mutuo non pagate). Aumentano il disagio psicologico e le difficoltà economiche legate alla ludopatia o al consumo di alcool. – sottolineano i responsabili – Le indigenze conseguenti alla disgregazione della famiglia registrano un notevole incremento. Per quanto riguarda il rapporto con l’Ente Pubblico è utile far presente che, a fronte di una situazione economica sempre più drammatica, da tempo la Caritas supplisce a quelli che sono i suoi limiti, dettati in parte a mancanza di fondi a disposizione, incompatibilità tempistica nei pagamenti, ma determinati anche dall’eccessiva burocrazia che porta a un’incapacità organizzativa. Se un tempo era, e dovrebbe essere tuttora, il Centro d’Ascolto a indirizzare le emergenze ai Servizi Sociali, oggi in molti casi avviene il contrario. I poveri vanno visti come una risorsa da valorizzare e non come un problema e questo sia da parte della Comunità Cristiana e che da parte degli Enti Pubblici”, concludono i responsabili del Centro d’Ascolto.

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