ABBIATEGRASSO – Dopo tante sollecitazioni, il sindaco Cesare Nai, che da giugno è anche presidente della Consulta Sanitaria, ha convocato il primo incontro lunedì scorso. In municipio erano presenti i componenti indicati dalle singole forze politiche ed esponenti di associazioni di settore, assenti il sindaco di Gaggiano Sergio Perfetti e Michele Bianchi della lista Abbiategrasso Merita. Presenti anche giornalisti, consiglieri comunali di minoranza, cittadini interessati all’argomento come il dott. Ceretti, più volte intervenuti durante le oltre 2 ore di dibattito. Il sindaco Nai ha proposto indicazioni sul metodo e sulla verbalizzazione, compito per cui si è offerta Marina Bajetta, omonima e parente della consigliere di Nai sindaco, la stessa lista che l’ha nominata nella Consulta. Nai ha invitato tutti i membri a presentarsi, sono: Gianni Marroccoli (Lega), il dott.Giampiero Montecchio (Ama), Marco Bessi (Mov.Diritti Malato), Marco Marelli (Presidente dei sindaci dell’abbiatense), Mario Giocondi (Avo), Enzo Testa (M5S), Marina Bajetta (Nai sindaco), Francesco Ticozzelli (Nai sindaco), Domenico Finiguerra (Cambiamo Abbiategrasso), Stefano Zanaschi (Ricominciamo Insieme), Davide Bertani (Croce Azzurra), Alessandra Gay (Pd-Energia). Nai ha chiesto al presidente dell’Assemblea dei sindaci di fare il punto della situazione. Marco Marelli, sindaco di Morimondo, ha iniziato il suo intervento sottolineando il cambiamento avvenuto con la nomina del direttore generale dell’Asst Massimo Lombardo che ha scardinato quanto fatto dal direttore precedente Carla Dotti che, grazie all’investimento della Regione di 30 milioni di euro, aveva rifatto ex novo l’ospedale e il PS assicurandone il rilancio. “I membri della Commissione Sanità della Regione – ha detto Marelli – hanno constatato che il PS è una struttura tra le migliori in Lombardia ma evidentemente ci sono politici che ritengono poco appetibili elettoralmente gli 80.000 abitanti del 15 comuni dell’abbiatense…All’inizio la scusa era di voler gestire la sicurezza, abbiamo contestato, perché il decreto ministeriale non dice di chiudere, bisogna investire sul personale per mettere in sicurezza il servizio. Il Poas, la programmazione è stata fatta senza coinvolgere i sindaci anche se la legge regionale 23 lo prevede. Dobbiamo farci sentire con azioni più simboliche…” Bessi (Mov.del Malato) ha utilizzato l’efficace metafora più volte ripetuta in audizione dal consigliere regionale Borghetti (Pd), ora vicepredente della nuova Commissione Sanità che dice: “l’ospedale di Abbiategrasso si sta sfogliando come una margherita, un petalo alla volta”. Un modo efficace per descrivere quanto sta succedendo al Cantù dove, come ha riferito Bessi, un poco alla volta si tolgono medici, posti letto, servizi, spingendo verso strutture private. Testa (M5S) ha elencato le molte contraddizioni della sanità lombarda, non più ormai “fiore all’occhiello perché manca il personale e ci vogliono sempre più mesi per fare un esame”. Finiguerra (Cambiamo Abb.) ha invitato a porsi degli obiettivi, ha proposto di chiedere “immediatamente un incontro con il governatore Fontana ed il Presidente del Consiglio Regionale per chiedere conto della delibera della Commissione Sanità che ha votato all’unanimità la riapertura del PS di notte e il potenziamento dell’ospedale”. Ha chiesto anche un atto istituzionale dei sindaci e ha sollecitato ciascun partito a contattare i propri rappresentanti in Regione per fare pressione e chiedere conto a chi ha fatto promesse non mantenute. Ma ha chiesto anche un “passaggio istituzionale governativo, chiediamo un’audizione al Ministro della Salute”. A questo punto è intervenuta la cons.De Angeli (M5S) che ha comunicato di essere in costante contatto con il Ministero e di essere in possesso di dati significativi. Gay (Pd e lista Energia) ha chiesto al sindaco cosa pensa di fare, Nai ha risposto di “voler trovare una posizione condivisa da tutti per ottenere dei risultati”. Il cons. Serra (Gruppo Misto ex Fi) ha chiesto che venga inserito nella consulta anche un rappresentante di Magenta. Mousli (M5S) ha contestato il ritardo con cui è stata convocata la Consulta e la difficoltà a reperire i dati inviati al Ministero. Il dott. Ceretti ha riassunto la cronistoria degli ultimi 20 anni dell’ospedale, la scelta di costruire la mega struttura di Legnano, seppur vicina alla grande struttura di Busto, con un project financing e non con finanziamenti regionali.“Per far tornare i conti e riuscire a pagare le rate del debito, la politica – ha detto Ceretti – ha deciso di tagliare ad Abbiategrasso che non ha una rappresentanza politica forte. Ma l’ospedale ha innanzitutto una funzione per acuti”. Il dott. Montecchio (presidente medici di famiglia) nota che l’attuale Consulta “ ha un’impronta più politica, anche perché il problema è soprattutto politico, spesso i numeri sono la foglia di fico per giustificare le scelte politiche. Dal punto di vista tecnico il Cantù ha già perso molto, con conseguenze importanti anche per Magenta”. Altri interventi hanno di nuovo proposto azioni eclatanti per stimolare l’attenzione mediatica, Finiguerra ha detto di essere disposto a “mettere una tenda sotto al palazzo della Regione” e ha invitato Nai ad andarci anche lui, per chiedere “un ospedale moderno e con tutte le funzionalità”. Tra le azioni forti proposte anche la denuncia alla Corte dei Conti per i 30 milioni pubblici spesi, un danno erariale se ora tale investimento viene praticamente vanificato. Il primo impegno preso da Nai è inviare una richiesta al Presidente del Consiglio Regionale per riprendere e ridiscutere la problematica del Cantù. L’ultima proposta quella di “mobilitare gli abitanti dell’abbiatense in Regione per fare pressione”. La Consulta si riunirà di nuovo lunedì 12 novembre. E.G.