ABBIATEGRASSO – Questa che sarà ricordata come “la festa di Abbiategrasso al tempo del Covid”, seppure in forma ridotta, dovendo rinunciare sia al luna park che al tradizionale allestimento in Fiera, ha proposto diverse iniziative. La prima di sabato 17 ottobre, alle 11 nella sala consiliare del Castello Visconteo, il convegno  “Agricoltura 4.0 – Prospettive e opportunità”, organizzato dalla consigliere comunale Donatella Magnoni, neo delegata dal sindaco Nai alle Politiche agricole. Un convegno (che L’Eco ha video registrato in una diretta Fb), particolarmente interessante perché ci ha proiettati in un futuro che può sembrare fantascienza, invece è più che prossimo. Relatore il prof. Luigi Bonizzi, docente all’Università agli Studi di Milano che ha esordito parlando di innovazione e tradizione in agricoltura, riflettendo sul fatto che quello che per noi è tradizione ieri era innovazione. La selezione che prima avveniva in modo naturale, con il primo genetista si è passati all’ibridazione e nel giro di 20 anni è stata decuplicata la produzione di grano. Ha citato BCS presente con le sue macchine agricole e un progetto 4.0 già pronto, azienda innovativa da sempre, da quando il suo fondatore ha inventato la macchina per tagliare l’erba, sostituendo la fatica del ferro da prato con la meccanica. L’innovazione fa sempre un po’ paura ha rilevato il prof. Bonizzi, le nuove tecnologie se si impara a conoscerle si comprendono i numerosi vantaggi anche ambientali. E a proposito dell’ambiente ha sostenuto che se è statico e non evolve, come ogni altra cosa, muore. La tecnologia è molto importante, difficile dire se sia meglio un allevamento intensivo o estensivo, si hanno indirizzi sul diverso sistema ma non sulla qualità. Un allevamento intensivo infatti può essere anche di valore ambientale se si rispetta chi ci lavora, se utilizza meno risorse di acqua ed energia. Un allevamento estensivo può essere uguale o peggiore. Altro esempio citato, quello degli OGM , negli Organismi Geneticamente Modificati si inseriscono dei geni per migliorare. Non dobbiamo avere paura delle nuove tecnologie, abbiamo macchine agricole che possono lavorare meglio, proprio come le innovazioni che troviamo sulle nuove automobili. Per esempio negli allevamenti di suini ci sono sensori acustici che possono cogliere i colpi di tosse degli animali e capire se ci sono problematiche. Nelle risaie ora l’irrigazione può essere decisa al computer  per gestire la quantità, per dosare senza sprecare l’acqua. L’aumento della popolazione  costringe ad aumentare l’efficienza produttiva con le nuove tecnologie. Le innovazioni del passato come il frigorifero e il riscaldamento hanno migliorato la qualità e prolungato la vita che nel secolo scorso era mediamente di 45 anni mentre ora l’aspettativa è raddoppiata. E a proposito di innovazione è intervenuta la dott.ssa Giulia Castoldi della “dinastia” BCS, che ha portato i saluti del presidente il cui motto è: “Sempre un passo avanti”, caratteristica principale del DNA del gruppo BCS che comprende 4 marchi che si occupano prevalentemente di prodotti agricoli mentre Mosa si distingue per la produzione di generatori. L’azienda produce al 100% in Italia con 3 stabilimenti, 2 in provincia di Milano e uno in Emilia, ma BCS ha filiali anche all’estero, sia in Europa che in Cina, India e Brasile, ed è presente in 100 Paesi attraverso importatori di suoi prodotti. “ Una storia – ha ricordato Giulia Castoldi – fortemente legata al territorio, Luigi Castoldi (suo nonno, fondatore della BCS) è nato ad Abbiategrasso, è cresciuto in cascina e conoscendo quindi quanto fosse faticoso il lavoro nei campi, giovane ingegnere ha inventato la prima motofalciatrice che ha avuto subito successo perché i vantaggi erano evidenti. Negli anni ‘60 ha poi inventato anche la motosaldatrice”. La BCS non ha mai smesso di inventare e con i suoi numerosi ingegneri e progettisti ha messo a punto nel corso degli anni moltissimi brevetti. L’azienda investe molto in ricerca e sviluppo, ricercando sempre la più alta qualità, il ciclo produttivo  all’interno dei suoi stabilimenti è completo, con i reparti: officina, dentatura, trattamenti termici, lavorazione della lamiera, verniciatura, montaggio e collaudo.   L’ing. Giuseppe Bava, amministratore delegato del Gruppo BCS, ha poi presentato un breve video sulla tecnologia 4.0 sviluppata da BCS per l’agricoltura. L’azienda ha messo a punto un sistema di componenti hardware e software che si interfaccia con la tecnologia già presente sui suoi trattori. E grazie a questo lavoro di integrazione BCS è in grado di offrire ai propri clienti la visualizzazione dei dati anagrafici e la posizione della macchina attraverso un portale e mappe web. Il monitoraggio dei parametri di funzionamento della macchina, quali il consumo di carburante, il livello batteria, il tracciamento dei passaggi della macchina e anche il controllo da remoto. Viene fornito il kit Agricoltura 4.0, tramite il quale è possibile interagire con il portale, viene fatta formazione e fornita assistenza immediata. Insomma davvero un passo decisamente avanti che ci trasporta direttamente nel futuro, anzi grazie a BCS il futuro per l’agricoltura è già qui… e  parte da Abbiategrasso.  E.G.