ABBIATEGRASSO – Caritas Abbiategrasso ha presentato la relazione 2016. Aumentati i soggetti presi in carico. Al 31 dicembre 2016 erano in carico 140 persone (79 donne – 61 uomini; 71 italiani – 69 stranieri). I nuovi soggetti presi in carico nel 2016 sono stati 60 (35 donne – 25 uomini; 30 italiani – 30 stranieri). Tra i nuovi casi del 2016 gli stranieri provenivano prevalentemente da: El Salvador, Perù e Romania. I rimanenti erano divisi tra quattordici nazionalità diverse.
Durante l’anno sono stati effettuati 1.205 colloqui e distribuite 889 borse viveri.
I bisogni prevalenti sono: il lavoro, l’indigenza, la casa. La mancanza di lavoro è la prima causa per cadere in povertà. Otto anni di crisi sono troppi per chi si muove come un funambolo sul filo di un reddito fragile, di un lavoro che va e viene, casa e bollette sempre più difficili da pagare.
Le prospettive per il reinserimento in molti casi sono nulle o quasi. Aumentano sempre più i disoccupati di lungo corso (due anni e oltre), quelli che il lavoro quasi non lo cercano più (gli ultra cinquantenni fanno sempre più fatica) e vivono nella precarietà e nell’incertezza.
I giovani spesso hanno lavori precari e intermittenti. Vi è un incremento esponenziale e inimmaginabile del lavoro nero, del lavoro insicuro, del lavoro con paghe irrisorie e/o da fame.
“Dove non c’è lavoro, manca la dignità”. Papa Francesco. L’indigenza obbliga le persone alla richiesta di cibo (vedi borse viveri) e/o contributi per il pagamento di bollette luce, gas, tickets sanitari, medicine non mutuabili. L’insufficienza a soddisfare i bisogni primari si ha anche in presenza di occupazioni sottopagate. La casa è un problema che si protrae da troppi anni e che si aggrava sempre più (canoni elevati rispetto al reddito, pessima gestione del patrimonio pubblico, sfratti quasi esclusivamente per morosità, rate di mutuo impagate).
Il disagio psicologico dovuto anche alla perdita di lavoro è sempre più in aumento.
Basta perdere il lavoro per vedere la propria vita sconvolta e le proprie prospettive praticamente azzerate: si passa dalla solitudine al senso di rassegnazione, alla “rabbia “ di non poter avere una remunerazione adeguata. Si nota inoltre un aumento delle difficoltà economiche legate alla ludopatia (una vera e propria malattia), al consumo di alcool e alle indigenze conseguenti alla disgregazione della famiglia. Per quanto riguarda il rapporto con l’Ente Pubblico è utile far presente che, a fronte di una situazione economica sempre più drammatica, da tempo la Caritas supplisce a quelli che sono i suoi limiti, dettati in parte a mancanza di fondi a disposizione, incompatibilità tempistica nei pagamenti, ma determinati anche dall’eccessiva burocrazia che porta a un’incapacità organizzativa. Se un tempo era e, dovrebbe essere tuttora, il Centro d’Ascolto a indirizzare le emergenze ai Servizi Sociali, oggi in molti casi avviene il contrario.
La carità non va delegata solo ai volontari della Caritas ma vissuta da tutto il popolo di Dio: i poveri sono una risorsa da valorizzare e non un problema. Il Centro di ascolto Caritas è in C.so San Pietro 62, Abbiategrasso, tel. e fax 02.94966897.