ABBIATEGRASSO – L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, con i suoi 153 mila iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Costituita il 6 giugno 1944 a Roma dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l’occupazione nazifascista. Il 5 aprile 1945 il decreto luogotenenziale n. 224 le conferì la qualifica di Ente Morale con personalità giuridica, promuovendola come Associazione Ufficiale dei Partigiani.
La Sezione abbiatense “Giovani Pesce-Visone” racconta la storia della Resistenza a Roma, l’Atto di guerra di Via Rasella e la strage delle Fosse Ardeatine, in una Mostra allestita con il patrocinio del Comune, il 26 e il 27 ottobre nei sotterranei del Castello Visconteo, per gli “80 anni di ANPI”. La Resistenza romana fu un Movimento di liberazione operante a Roma durante l’occupazione tedesca della città. Nel periodo tra l’8 settembre 1943 e il 4 giugno 1944, data di liberazione della città da parte degli alleati, militari e cittadini si opposero in modo palese o nascosto alle forze tedesche e alle milizie fasciste.
L’attentato di Via Rasella fu un’azione della Resistenza romana condotta il 23 marzo 1944 dai Gruppi di Azione Patriottica, Unità Partigiane del Partito Comunista Italiano, contro un reparto delle forze d’occupazione tedesche appartenente alla polizia d’ordine e composto da reclute altoatesine. Fu il più sanguinoso e clamoroso attentato urbano antitedesco in tutta l’Europa occidentale. L’eccidio delle Fosse Ardeatine fu l’uccisione di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l’attentato partigiano di Via Rasella, compiuto il giorno precedente.
La storia insegna quanto sia facile lasciarsi travolgere dall’odio e dalla violenza, nonché evidenzia la fragilità dell’animo umano nei momenti di paura e difficoltà estrema. In appendice alla Mostra è stato ricordato “Raffaele Zicconi, l’Icaro siciliano delle Fosse Ardeatine-Lettere dalla prigionia”. La storia di Zicconi sarebbe riemersa dal buio dei segreti di Stato grazie a un nipote. Egli raccolse amorevolmente le lettere e i biglietti del nonno da Regina Coeli, conservati negli archivi di famiglia, trascritti e pubblicati sul blog “La Vita e la Resistenza a Roma”. Questa Mostra autunnale dedicata alla Resistenza e ai suoi eroi caduti è stata interessante quanto quella primaverile su “La Stampa Clandestina 1943-1945”.
L’antifascismo in Italia è l’insieme dei movimenti eterogenei contrapposti al regime fascista di Mussolini tra il 1919 e il 1945. Esso agì attivamente mantenendo una rete clandestina di stampa, giornali e volantini, allo scopo di informare le persone circa la cronaca non ottimistica delle imprese di guerra. Attività fondamentale dopo l’uccisione di Matteotti, svolse un ruolo centrale durante la Resistenza. Ogni partito del Comitato di Liberazione Nazionale ebbe un suo periodico prodotto, stampato e distribuito in clandestinità, grazie soprattutto all’impegno delle staffette e dei Gruppi di Difesa della Donna.
I bollettini e i giornali dei partiti del C.L.N. uscirono in edizioni diverse secondo i luoghi e le possibilità. Generalmente non ebbero uno scopo politico, ma servirono a fornire informazioni e direttive pratiche per la lotta residenziale. Erano spesso pubblicazioni di un solo numero, prodotte dalle stesse formazioni partigiane e a esse destinate. Erano comunque utili per mantenere i contatti fra i combattenti per la Libertà. Il sottotitolo di “Baita” fu “Esce quando può e come può”. Il giornale “Avanti!” edizione piemontese, del 16 ottobre 1943, annunciava la determinazione di tutto il popolo a non permettere che fascismo e nazismo potessero prevalere sugli interessi e i destini dell’Italia risorta.
Il Bollettino del Comitato di Liberazione dell’Italia Settentrionale avvertiva gli italiani delle conseguenze del programma nazista in seguito all’invasione del territorio nazionale. Gli appelli di Lotta Armata si univano alle analisi del fascismo per diffondere informazioni sulle azioni militari, comunicazioni del CLN e notizie sui soldati al fronte. “L’Italia Libera” fu stampato nel 1943 per presentare il programma del nuovo partito e nel 1945 diventò espressione del Nucleo Azionista Regionale.
“In marcia!” indicò la determinazione della Federazione Milanese del Pci di lottare per la Libertà nonostante le squadre fossero poco numerose e mal equipaggiate. “L’opinione” fu il periodico toscano del Partito Liberale Italiano, a scadenza bisettimanale, pubblicato per la prima volta nel 1944 alla vigilia della liberazione di Firenze. Fu usato per colpire i tedeschi e i fascisti pubblicando le ordinanze del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale.
Molte altre testate giornalistiche incoraggiarono la popolazione a Resistere ai soprusi della guerra. “Noi donne” inneggiava all’ importanza del ‘sesso debole’nelle azioni della Resistenza. Le donne furono una forza determinante per la lotta e la difesa del Paese. Sul sito www.stampaclandestina.it è possibile trovare la Banca Dati sui periodici clandestini della Resistenza, curata da Ferruccio Parri. Laura Cittar