ABBIATEGRASSO – Tra gli stimati 200.000 nuovi contagiati al giorno in Italia, sono compresi gli abbiatensi che, come ovunque, crescono proporzionalmente al numero di tamponi eseguiti. In pochi giorni il numero ad Abbiategrasso è raddoppiato, anzi triplicato, arrivando a 980, superato lunedì 10/1 con 1480 positivi, ma pochi per fortuna sono coloro che hanno sintomi per lo più lievi e che non portano all’ospedalizzazione, 5 infatti le persone in ospedale. Sintomi influenzali che non preoccupano soprattutto chi è vaccinato, ma che possono peggiorare o addirittura risultare fatali per i non vaccinati e in particolare per chi soffre di patologie importanti e ha difese immunitarie basse. Che sia ancora il caso di evitare assembramenti, usare la mascherina, igienizzare le mani per proteggersi e proteggere chi ci sta intorno è chiaro ormai a tutti, o quasi. Ma è anche sempre più chiaro a tutti gli italiani che la situazione è comunque molto pesante, non solo per quanto riguarda la salute ma per il caos generale che non tende a diminuire. Viviamo in uno stato di emergenza da oltre 2 anni ormai, tra veti e controveti e norme che cambiano da un giorno all’altro, tra differenze di vedute, cavilli tirati fuori da virologi primedonne e/o politici che perseguono solo l’interesse proprio e di partito. Un delirio in cui migliaia e migliaia di italiani, ad Abbiategrasso come altrove, pur essendo negativi o positivi senza sintomi, non possono uscire di casa e andare a lavorare. Italiani che devono spendere 15 euro e oltre, per dimostrare di essere negativi, quando un tampone, che arriva quasi sempre dalla Cina, costa pochi centesimi. Ora gli over 50 sono obbligati a vaccinarsi e chi ha buon senso chiede “Perché non prima? A 40 non ci si ammala?”. La risposta più consona sembra essere che si tratta, ancora una volta, di una mediazione politica tra Draghi e i partiti che avrebbero voluto misure più stringenti e altri, come la Lega, che le osteggia e critica il Green pass. La sensazione della maggior parte degli italiani è di essere in balia di un governo che è più occupato a giocare la partita di chi mandare al Colle che della quotidianità di cittadini che subiscono molteplici disagi causati da problemi non affrontati e irrisolti, spesso anche perché il virus viene usato come alibi. Per non parlare della scuola, ora il 25% dei nuovi contagiati, fa sapere il sindaco Nai, è composta da ragazzi in età scolare. Una situazione che comporta classi chiuse, un ritorno alla Dad, un surrogato non paragonabile alle lezioni in presenza. Nel fine settimana governatori e presidi sono contrari alla ripresa delle lezioni in classe, così i sindaci Finiguerra di Cassinetta, Crivellin di Albairate e Durè di Cisliano che hanno emanato ordinanze per prolungare di una settimana la chiusura di materne e primarie (in un articolo a parte le dichiarazioni e le motivazioni). Ma il governo annuncia che si oppone e che diventerà ufficiale dopo il Consiglio dei Ministri del 13/1. Fronti opposti divisivi che aumentano incertezze, caos, malumori, ciascuno porta le proprie ragioni e critica le misure adottate ma soprattutto quelle non adottate e che sarebbero servite per contenere il contagio, come il potenziamento dei trasporti. Intanto aumentano le persone di ogni età bloccate in casa solo perché venute a contatto con positivi, asintomatici in quarantena, pervasi dalla sensazione di un lockdown continuato. Si moltiplicano i posti di lavoro scoperti, uffici pubblici paralizzati in cui cresce il numero delle pratiche non smaltite, Trenord che per l’alto numero di dipendenti assenti sopprime 350 corse, con disagi ulteriori a quelli a cui sono costretti ogni giorno i pendolari della linea ferroviaria Milano-Mortara. Un’altra annosa emergenza che più che dalla pandemia dipende da scelte economiche e politiche. Non ne siamo ancora fuori, ma i dati attuali alimentano la speranza che si raggiunga presto l’immunità di gregge, se il virus non troverà più nessuno da infettare e, grazie ai vaccini, non sarà più pericoloso di un’influenza stagionale, torneremo a sentirci liberi, seppure con un bagaglio di esperienze e conseguenze pesanti da smaltire. E.G.