L'eco della città

“Amore, Perdita e Risate”, una mostra al Golgi sull’Alzheimer

ABBIATEGRASSO – Sorrisi, risate, abbracci, momenti di gioia vissuti con i propri cari o con gli operatori di una casa di cura. Il terribile morbo di Alzheimer sembra avere un altro volto, ritratto nelle immagini esposte in una mostra allestita nel periodo natalizio nell’atrio dell’Istituto Golgi, in piazza Samek. Le persone colpite da demenza, infatti, nelle fotografie esposte appaiono serene e partecipi delle attività che vengono loro proposte da una terapia che guarda alle capacità che ancora conservano piuttosto che a quelle perse. Un’ex insegnante di matematica indiana è ritratta mentre scrive numeri alla lavagna, proprio come faceva un tempo, e poiché ciò le procura ancora piacere, le permettono di farlo. Un’anziana signora americana si mostra felice quando sta in compagnia di due cani da pet therapy. Altre donne anziane appaiono sorridenti mentre ascoltano un musicista che si esibisce al pianoforte o partecipano a feste di Natale e di compleanno, sia in RSA che in famiglia, o ancora si lasciano coinvolgere attivamente e con entusiasmo da esercizi di Yoga della Risata o si presentano al pranzo contente per l’acquisto di un bel cappellino in un mercatino delle pulci visitato con gli accompagnatori. Gli scatti appartengono alla dott.ssa Cathy Greenblat, fotografa documentarista di fama mondiale, già docente di Sociologia alla Rutgers University, la cui opera più nota è costituita appunto dal volume e dalla mostra “Love, Loss and Laughter: Seeing Alzheimer’s Differently”, tradotto in “Amore, Perdita e Risate: una Visione Differente dell’Alzheimer”. I suoi scritti e le sue fotografie, scattate a malati di Alzheimer in diversi Paesi e con trascorsi socio-economici diversi, aiutano a vedere la malattia in modo differente e mostrano quanto possa essere efficace una cura che ponga l’accento sull’amore e la risata, pur riconoscendo la realtà e il dolore della perdita. “Una cura – viene spiegato – che valorizzi la stimolazione, una comunicazione efficace, il trattare la persona con dignità, il contatto, il sorriso, la proposta di esperienze che migliorano la vita, incluse le arti”. La mostra allestita all’interno dell’Istituto Golgi, in formato ridotto rispetto a quella completa, mira a delineare in pochi pannelli un nuovo approccio positivo di assistenza alle persone con demenza, che vengono ritratte mentre si relazionano con familiari, amici e chi si prende cura di loro, interagiscono con animali da compagnia, si divertono durante le feste organizzate o semplicemente sfogliando una rivista insieme ad un caregiver. Non nascondiamoci, tuttavia, che non è facile realizzare le situazioni positive descritte nelle fotografie della mostra per diversi motivi: nei luoghi di cura il personale addetto all’assistenza è spesso insufficiente, così come il numero dei volontari che prestano la loro lodevole opera; in famiglia non sempre si ha la possibilità di assistere i propri cari ammalati, compito che viene affidato ad altre persone che il più delle volte non sono formate, non hanno seguito corsi e non sanno come trattare questo tipo di malati. A tutti occorre certo una pazienza infinita, oserei dire sovrumana. Le immagini esposte al Golgi, comunque, ci indicano almeno in quale direzione andare per rendere la vita dei malati di demenza senile migliore e ancora piena di significato. M.B.

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