L'eco della città

Ammassati e bagnati di sudore, una donna sviene per il caldo

ABBIATENSE – Situazione sempre più “vergognosa” così viene descritta dalla maggior parte dei pendolari della linea ferroviaria Milano-Mortara. Venerdì 24 giugno, come annunciato da Trenord, c’è stato lo sciopero, disagi quindi raddoppiati… Un abbiatense, Fabrizio Serafini, scrive alla redazione: “Primo convoglio disponibile, all’interno della fascia protetta, il treno delle 18.08 con destinazione Alessandria. Come era prevedibile e anche giustificabile, a seguito del preannunciato sciopero, tutti i vagoni del treno erano sovraffollati e le persone pigiate come acciughe in ogni spazio disponibile. Quello che non era prevedibile (ma con Trenord ci si può aspettare di tutto) era che su un convoglio, che per ore era rimasto sotto un sole cocente nella stazione di Porta Genova, alcuni vagoni (ma forse tutti) fossero senza aria condizionata. Venerdì 24/06 era una giornata torrida e la temperatura esterna, in Milano, aveva raggiunto i 36° con una elevata umidità. All’interno dei vagoni si sfioravano i 50°, inoltre, come tutti i pendolari sanno, negli stessi non è più possibile abbassare i finestrini (chi ha fatto questa scelta demenziale in Trenord dovrebbe essere sollevato dal suo incarico per manifesta incapacità) e questo ha portato alle logiche conseguenze: gente che ha iniziato ad avere problemi di respirazione, chi ha avuto dei mancamenti e chi è addirittura svenuto. Io stesso, appena sceso dal treno alla stazione di Abbiategrasso, barcollavo; le gambe mi sostenevano appena e, in un lago di sudore, per riprendermi, ho dovuto sedermi, o meglio stravaccarmi, per 15/20 minuti sulla prima panchina che ho trovato all’interno della stazione, in attesa di recuperare le forze e potermi dirigere verso casa. Peggio è successo ad una giovane donna che, a pochi metri da me, fra Albairate ed Abbiategrasso, è letteralmente svenuta e, accasciandosi a peso morto, è stata letteralmente sollevata e portata giù dal treno, in braccio, da altri passeggeri che hanno provveduto ad adagiarla su una panchina in stazione e a prestarle le prime cure. Un altro uomo, sempre su quel famigerato vagone, molto provato da quel viaggio disumano, poco prima della fermata ad Abbiategrasso, si stava anche lui accasciando al suolo privo di forze, ed è stato sorretto ed aiutato a scendere da altri passeggeri. Quanto successo quel maledetto venerdì può avere un solo titolo:  TRENORD, VERGOGNA! Io, come penso tutti i passeggeri di Trenord che erano su quel treno, e che hanno vissuto quel dramma, ritengo di essere stato trattato in modo indegno. Non è così che un servizio pubblico, degno di questo nome, si comporta con i propri clienti. Ora, ritengo che il minimo che Trenord possa fare è di emettere un comunicato, da appendere in tutte le stazioni della tratta Milano Porta Genova/Alessandria, in cui si scusa con i propri viaggiatori per quanto successo, assumendosi l’impegno di revisionare, da subito, tutte le carrozze dei convogli prima della partenza, affinchè si assicuri, quanto meno, un dignitoso comfort per tutti i viaggiatori. So già, purtroppo, che questo Trenord non lo farà mai. – afferma sconsolato Serafini –  D’altronde, da tempo, i vertici della compagnia ferroviaria hanno deciso che tutte le priorità vadano solo ad alta velocità (TAV) e Frecciarossa. E i pendolari? Fatti loro e che non si lamentino”. Claudio Pirola dell’associazione politico-culturale abbiatense Zyme, che riserva un’attenzione particolare da tempo alle condizioni dei pendolari, sulla propria pagina Facebook ha documentato quanto accaduto venerdì sera: “Vagoni-bestiame, affollatissimi, assenza di aria condizionata. In arrivo ad Abbiategrasso una signora è svenuta a un metro da me e, non essendoci spazio fisico per farla sdraiare, è stata sorretta di peso per poi farla rianimare sulla banchina una volta fermatosi il treno. Il tutto nell’indifferenza totale della Politica (CHE SI LIMITA ALLE PROMESSE DI SEMPRE) e di tutti quelli che hanno la responsabilità di offrire un servizio civile – non si dice di più – a chi paga tasse e biglietti. MA DOVE SIAMO? Zyme aveva fato proposte concrete, in linea con quanto avviene in tutte le maggiori città e periferie europee. Totalmente ignorate anzitutto da un’Amministrazione Comunale che, alle prese con crescenti problemi interni e soprattutto con totale mancanza di visione, considera quello della ferrovia come l’ultimo dei problemi da affrontare. Favorendo la costruzione di nuove strade. GLI INTERESSI, EVIDENTEMENTE, STANNO ALTROVE”. S.O.

 

 

 

 

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