ABBIATEGRASSO – Un convegno importante, una grande opportunità per i ragazzi, e non solo. Ci saranno ospiti autorevoli, venerdì 13 dicembre nell’aula Magna dell’IIS Emilio Alessandrini di via Einaudi: interverranno infatti il dott. Alberto Nobili (nella foto), procuratore aggiunto del Tribunale di Milano, coordinatore sezione distrettuale antiterrorismo, esperto di stragi, e il dott. Marco Alessandrini, politico, avvocato, giurista e accademico figlio del magistrato Emilio Alessandrini. Introdurrà il dibattito il dirigente scolastico prof. Michele Raffaeli. L’evento anche quest’anno è organizzato da un’associazione che ha cuore gli studenti, la loro istruzione e il tema della legalità. Si tratta dell’Associazione Orizzonti di Vermezzo con Zelo, presieduta dall’attivissima Gina Arielli. Saranno proprio gli studenti dell’Alessandrini e del Lombardini i protagonisti, a cui verrà data la parola per intervenire e presentare i relatori. Il convegno, che ha inizio alle ore 9 con una conferenza stampa e prosegue fino alle ore 12, è organizzato per ricordare la figura di Emilio Alessandrini, a cui è dedicato l’Itis di Abbiategrasso. Emilio Alessandrini nasce il 30 agosto 1942 a Penne, in provincia di Pescara, città dove presto si trasferisce con la famiglia conseguendo nel 1960 la maturità classica al liceo D’Annunzio. All’Università Federico II di Napoli si laurea in giurisprudenza nel 1964. Superato il concorso in magistratura e nominato uditore giudiziario, viene destinato al Tribunale di Bologna per il periodo di tirocinio. Il 22 novembre 1967, dopo il giuramento di fedeltà alla Repubblica, esercita le funzioni di uditore giudiziario, svolgendo il tirocinio prima in Pretura, poi in Tribunale e infine in Procura a Bologna. Il 16 dicembre 1968 assume presso la Procura della Repubblica di Milano le funzioni di Sostituto procuratore, che manterrà fino al giorno della sua tragica scomparsa. Il Consiglio Superiore della Magistratura delibera la sua nomina ad aggiunto giudiziario il 3 giugno 1971. Sono gli anni più cupi della storia della Repubblica e il giudice Alessandrini si occupa di terrorismo, in particolar modo dell’eversione di destra, subendo nel 1972 anche un “avvertimento” da parte della S.A.M., formazione terroristica di estrema destra, che fa esplodere un ordigno nel cortile del suo stabile provocando solamente danni alle cose. Nello stesso 1972, insieme ai colleghi D’Ambrosio e Fiasconaro, conduce l’istruttoria sulla strage di Piazza Fontana che portò all’incriminazione di Franco Freda e Giovanni Ventura, appartenenti alla destra eversiva, ma anche a scoprire alcune attività di depistaggio nelle indagini di Guido Giannettini del SID. Successivamente si occupa del terrorismo di estrema sinistra, che contribuì a metterlo nel mirino di Prima Linea, l’organizzazione eversiva che lo uccise. Già nel settembre 1978, nel covo di Corrado Alunni militante in Prima Linea, in via Negroli a Milano, vennero trovate tre sue foto e una scheda contenente tutti gli elementi necessari a organizzare un agguato. Il 29 gennaio 1979 Alessandrini venne ucciso da un commando che lo aggredì all’interno della sua automobile ferma al semaforo tra Viale Umbria e Via Muratori, prima di recarsi al Tribunale di Milano. Il gruppo di fuoco era composto da Sergio Segio e Marco Donat Cattin, responsabili dell’agguato, insieme a Michele Viscardi e Umberto Mazzola di copertura e Bruno Russo Palombi autista dell’auto per la fuga.