ABBIATENSE – Lo scorso mercoledì 10 marzo, i giornalisti sono stati invitati a collegarsi con la dott.ssa Gabriella Monolo, direttore Socio Sanitario dell’Asst ovest milanese, e l’ass. Rosella Petrali del Comune di Abbiategrasso, presente anche il dott. Montecchio, rappresentante dei medici di base. La dott.ssa Monolo ha affermato: “Stiamo lavorando per rifondare l’assistenza domiciliare territoriale, con il Covid c’è esigenza di sorveglianza e nuove modalità di cure che hanno risvegliato le aspettative dei cittadini ma anche la politica di assistenza a domicilio non solo per malati Covid ma anche per la popolazione fragile. Questa azienda ha anche intrapreso un percorso progettuale ambizioso che ambisce a diventare un modello riproducibile. Due i poli individuati: abbiatense e legnanese, uno a sud e uno a nord. Laboratori per una serie di attività come implementare gli infermieri territoriali da affiancare ai medici Usca che significa Unità Speciale Continuità Assistenziale, attivati da Ats, in una rete di collaborazione con i Comuni. Quindi una condivisione tra Asst, Medicina Generale, Comuni. Il territorio dell’abbiatense essendo molto esteso con una popolazione poco concentrata avrà una modalità di sviluppo diverso rispetto all’altro polo e si configura come laboratorio ideale anche grazie ai Comuni da sempre disponibili. Ad esempio le cure palliative sono nate nell’abbiatense, ora anche nella gestione della criticità e degli anziani vanno messe in campo nuove idee. Un’altra attività è il centro Covid per gestire cittadini con o sospetto Covid, con specialisti che effettuano visite, esami ematici, radiografie. Si accede ai servizi attivi il martedì e il giovedì dalle 14.30 alle 16.30 tramite impegnativa del proprio medico di base. Del centro si occupano il responsabile il medico Usca dott. Bisoffi e un infermiere di famiglia che seguiranno tutto il percorso assistenziale. L’attività dei due poli è iniziata il 26 gennaio ad Abbiategrasso e il 14 dicembre a Legnano, 13 le persone seguite ad Abbiategrasso, 42 a Legnano di cui il 40% a domicilio senza prescrizioni, il 25% con prescrizioni, il 33% inviati in Pronto Soccorso di cui poi la metà ricoverati. L’età media di questi pazienti è 59 anni. Le altre attività che si effettuano presso l’ospedale di Abbiategrasso sono i tamponi, circa 110 al giorno e altri 100 ad accesso libero per insegnanti e studenti. Presto verranno reclutati e formati, secondo le risorse disponibili, fino a 75 infermieri di famiglia”. La dott.ssa Monolo ha ricordato anche la presenza di un reparto al Cantù di sorveglianza per pazienti Covid, una risorsa per chi non è dimissibile al domicilio. Non è mancato l’accenno all’attività vaccinale in Fiera, iniziata l’8 marzo con 120 vaccinazioni al giorno, a cui si aggiungeranno ora i vaccinati a domicilio dall’équipe Usca, pochi numericamente a causa delle esigenze di conservazione del vaccino, tempi, percorsi, ecc. da calcolare e rispettare. Finora era attiva solo l’Usca di Parabiago, ora anche ad Abbiategrasso con auto dedicata fornita da Ats. Ricordiamo che il Decreto Legge per l’attivazione delle Usca è del marzo 2020, l’Asst ovest milanese ci lavorava da settembre e ora ha predisposto il modello di intervento presentato. Si attiva l’Usca solo attraverso la segnalazione del medico di medicina generale. L’ass. Rosella Petrali ha elogiato il percorso condiviso e appena illustrato che continua, ha detto, “la collaborazione avviata da anni con i Piani di zona. C’è una creatività da parte del territorio, anche difficile da contenere per quante sono le associazioni. La collaborazione tra socio e sanitario è consolidata, una volta al mese gli operatori si confrontano sulle persone che necessitano di sostegno, spesso chi percepisce il reddito di cittadinanza, non ha solo un bisogno economico ma ha altre fragilità, le persone vengono prese in carico globalmente”. Invitato a intervenire il dott. Montecchio, rappresentante dei medici di famiglia, ha riferito dei contagi in aumento, in aumento quindi anche il lavoro di controllo poiché gli ospedali risultano più oberati, molti esami anche di pazienti cronici, vengono rimandati. “Se ci sono 2.000 ricoverati, ce ne sono circa 20.000 a casa, che richiedono assistenza, a volte anche solo psicologica. Noi medici di famiglia abbiamo sollecitato un centro tamponi ad Abbiategrasso non solo per le scuole, ci servono per fare diagnosi e per distinguere sintomatologie similinfluenzali serve un tampone molecolare. Ed essere costretti ad andare a Magenta è un disagio in più, questo ci ha spinti a chiedere all’Amministrazione anche un centro vaccinale ad Abbiategrasso, un’opportunità per in nostri pazienti. L’associazione Ama ha dato la disponibilità dei medici di famiglia per svolgere prima i vaccini antinfluenzali in Fiera, ora per il vaccino anti-Covid se servirà ci saremo 24 ore su 24. Come medico del territorio spero che il nostro ospedale, una volta terminata l’emergenza Covid, torni a essere un presidio per il territorio con le specialità di base, laboratori, ecc. come nel 2018, non entro nel merito del P.S. di notte”. Quando la vaccinazione diventerà massiva, la Regione prevede fino a 2.700 vaccinazioni al giorno, servirà senz’altro attivarsi h.24. La dott.ssa Monolo ha chiuso l’incontro ribadendo che solo grazie alla collaborazione di tutti si riuscirà a concretizzare e a riprodurre questo modello operativo. E.G.