CISLIANO – Una bella storia vera da raccontare. Protagonista una coppia di cislianesi, che vogliono restare
anonimi, e si firmano “due persone normali”. Ecco cos’hanno fatto…
“Abbiamo il camper dal 1997 e in occasione di un precedente terremoto, ci colpì il servizio televisivo ad un
camperista intervistato mentre stava prestando il suo mezzo ad un agricoltore per permettergli di badare
alle sue bestie senza dormire nella stalla con loro. Evidentemente gli anni passano e i semi piano piano
germogliano… Il terremoto di domenica 30 ottobre ha fatto scattare la molla; quello che ci ha fatto piacere
è che la stessa molla è scattata nei figli, visto che ci siamo sentiti chiedere, dopo i tg del lunedì: ‘ma non
possiamo prestare il camper a chi sta dormendo in macchina?’. Chiamare un'amica che abita a Spoleto è
stato il primo passo; il giorno dopo ci ha chiamato una signora di Norcia con i tanti parenti (3 famiglie) che
hanno perso la casa o non ci possono entrare (se rimasta in piedi) e che stavano realmente dormendo in
macchina (anziani, signora in gravidanza e bambini compresi): ci ha detto che a loro era sembrato un
"miracolo" ricevere l'offerta. Abbiamo atteso che ci dessero il via, ovvero che riaprissero una strada. Il
pomeriggio prima della partenza ci hanno fatto sapere che avevano bisogno di indumenti e scarpe pesanti,
coperte. Abbiamo fatto girare una richiesta agli amici e al G.A.S. di Cisliano e siamo rimasti stupiti di quanto
abbiamo raccolto con un preavviso così breve: una cinquantina di sacchi (con capi molto dignitosi); giriamo
a chi ha contribuito (e a chi non è arrivato in tempo) il ringraziamento dei destinatari. Il giorno 4 novembre
verso le 10 abbiamo raggiunto Norcia: mura danneggiate, campana sul prato, dislivelli sulle strade, poche
persone, forze dell'ordine ad ogni angolo, protezione civile e VV.FF. Arrivati a destinazione, poco sopra il
paese, abbiamo visto case moderne distrutte ma soprattutto abbiamo letto ripetutamente il panico per
quanto successo e la paura per quello che può ancora succedere negli occhi arrossati e lucidi di chi ci stava
raccontando. Abbiamo scaricato i sacchi, posizionato il camper e spiegato come usarlo (a chi non faceva
una doccia da 5 giorni, aveva avuto il bagno chimico solo il giorno prima, l'acqua e la corrente in cortile solo
da poche ore). Siamo stati salutati con tanti ‘grazie’ con le lacrime agli occhi che sono la cosa che
ricorderemo con emozione. A chi ci ha detto che non tutti lo avrebbero fatto abbiamo risposto che siamo
stati fortunati ad avere l'occasione, che molti altri lo farebbero. Ed è per piantare a nostra volta un seme
che scriviamo questa cosa: se un piccolo ‘miracolo’ siamo riusciti a farlo noi, ci può riuscire chiunque. Due
persone normali”.