VERMEZZO – “La Fusione tra comuni può essere un’opportunità di crescita per un territorio e per
questo abbiamo sempre appoggiato l’inizio del percorso di Fusione per valutare se potesse essere
un vantaggio anche per i comuni di Vermezzo e Zelo Surrigone. – dichiara Ada Rattaro, consigliera
comunale di minoranza, lista Viviamo Vermezzo – Abbiamo chiesto noi l’istituzione di una
commissione ad hoc, controllato e contestato gli errori di procedura, divulgato sulla nostra pagina
Facebook le informazioni generali di cui eravamo in possesso. Eravamo presenti alle riunioni
pubbliche ed alle sedute di consiglio ad eccezione dell’ultima, di sabato 4 Agosto, dove la corsa alla
fusione e le connesse forzature istituzionali avevano ormai oltrepassato la misura. E’ dal 2015 che
le amministrazioni dei due paesi ne parlano, ma invece di ripartire dalla già esistente Unione e
costruire un progetto solido e concreto che ascoltasse i cittadini, le associazioni, le attività e tante
realtà del territorio, hanno fatto passare gli anni a litigare tra di loro e si sono ritrovati a spiegare ai
cittadini la fusione già a cose fatte, di corsa e nel pieno del periodo estivo. Basti dire che l’unico
volantino sulla fusione è arrivato nelle case dei vermezzesi solo il giorno prima che scadessero i
termini in cui era loro diritto presentare osservazioni. Neppure per la scelta del nome del nuovo
ipotetico comune c’è stato il tempo di coinvolgerli ed ascoltare le loro proposte. Questa Fusione
è un ricatto ai cittadini. Con lo scioglimento dell’Unione abbiamo perso diritto su ciò che era
nostro come poterci recare all’ecocentro di Zelo ed abbiamo assistito alla ignobile diatriba sui
buoni pasto e l’asilo nido dove i bambini dei due comuni sono stati trattati come cittadini ‘di serie
A o di serie B’ a seconda del paese di provenienza. Ma per evitare queste cose bastano delle
semplici convenzioni fatte da amministratori con il giusto senso di responsabilità del ruolo che
ricoprono. Invece, questi amministratori con la loro condotta miope stanno obbligando i cittadini a
pensare che l’unico modo per continuare ad avere i servizi sia cancellare il nome del proprio
comune, togliendo loro l’orgoglio di una scelta consapevole. – prosegue Rattaro – Questa Fusione
non è uno sguardo aperto verso il futuro ma è un salto nel buio. Non sono stati messi a confronto i
bilanci dei due comuni, non gli indebitamenti, non i progetti, non gli impegni di spesa già assunti.
Durante i pochi e ravvicinati incontri pubblici, per giunta nel periodo delle vacanze estive, si sono
sentite sempre le stesse cose, cioè gli ipotetici vantaggi e alle domande su che cosa accadrà dopo
non ci sono risposte. E’ una Fusione fatta solo per soldi e ‘mal contati’. Visto che non è stato
costruito nessun progetto e nessun lavoro è stato fatto per far incontrare le due comunità, anzi
con lo scioglimento dell’Unione si sono fatte prendere loro strade diverse e contrapposte, l’unico
movente rimane quello economico. I volantini delle maggioranze in sostanza dicono: votate Si che
arrivano i soldi dallo Stato e con la faciloneria che contraddistingue gli attuali amministratori
sembra già di avere in tasca 500 mila euro l’anno ma: 1 La legge di bilancio ogni anno può rivedere
gli incentivi e la modalità di erogazione dei contributi, come ha fatto nel 2016 quando ha tolto il
vantaggio ai comuni fusi di essere svincolati dal Patto di Stabilità. 2 Le entrate dei due comuni
superano i 5 milioni di euro, 500 mila euro sono quindi il 10% in più. Ma se la situazione dei due
bilanci è così difficile come ammettono gli amministratori stessi, questo contributo, comunque
passibile di tagli e vincoli, risolverà tutto? Se non si sanno amministrare le proprie risorse per
5milioni di euro non lo si farà neppure per 5milioni e mezzo. 3 I risparmi sulle cariche politiche
sono ridicoli nei comuni di dimensioni come il nostro. Un consigliere comunale percepisce meno di
20 euro quale gettone di presenza ai consigli comunale ed un assessore circa 300 euro al mese.
Perché diminuire quindi il numero di amministratori che conoscono le realtà del paese e operano
sul suo territorio? Inoltre, con l’istituzione dei due Municipi permarranno i costi legati all’utilizzo
dei locali nei due paesi. Inoltre, non si è pensato alla riorganizzazione del personale, vero motore
di un processo difficile come cancellare due comuni per costruirne uno nuovo. Personale che, già

da ora, è in difficoltà dopo che con lo scioglimento dell’Unione figure storiche e capaci hanno
deciso di andare a lavorare altrove. Noi diremo No a questa Fusione perché, di fatto, è solo una
nuova promessa elettorale: una delle tante non mantenute in questi anni, che consente alla
giunta Cipullo di ripresentarsi alla elezioni senza rendere conto ai cittadini di ciò che è stato fatto,
o meglio non è stato fatto, ma semplicemente dicendo, per l’ ennesima volta, che ora tutto è
possibile” conclude Ada Rattaro.