ABBIATEGRASSO – Una bella giornata di sole e cielo azzurro ha illuminato quest’anno la celebrazione di un’importante ricorrenza, l’80° Anniversario della Liberazione, ma qualche nuvola ha offuscato i pensieri e gli animi degli abbiatensi, rendendo meno gioiosa la partecipazione alle diverse iniziative organizzate. La morte di Papa Francesco e la vita spezzata di un giovane in città hanno impedito la serenità nelle menti e nei cuori, frenando la voglia di fare festa, con le bandiere al vento, le chiacchiere e i sorrisi tra la gente.

La mattina del 25 aprile, il tradizionale corteo, aperto da una delegazione di alunni delle scuole cittadine e accompagnato dalle note del Complesso Bandistico “La Filarmonica”, ha sfilato per vie e piazze, facendo tappa dinnanzi a lapidi e monumenti eretti in ricordo di chi ha combattuto contro il nazifascismo, mentre la canzone “Bella Ciao” è risuonata più volte nell’aria. Dopo le soste per gli onori alla lapide in piazza Castello e a quella in via Colombo, si è diretto al Monumento alla Resistenza in piazza 25 Aprile, e lì tutti in cerchio, come in un grande abbraccio, si è assistito all’alzabandiera e alla lettura di testi da parte di alcuni alunni. Spazio quindi ai discorsi delle autorità, a cominciare dal sindaco Cesare Nai, che ha voluto ricordare un gruppo di eroine spesso trascurate, le 21 donne che hanno partecipato alla redazione della nostra Costituzione, il cui ricordo è stato proposto anche dalla locale Sezione ANPI con una mostra allestita nei sotterranei del Castello: “Queste donne sono state portatrici di un bagaglio di esperienze, sensibilità e valori che hanno arricchito e fortemente influenzato il contenuto della nostra Carta fondamentale. Hanno lottato per garantire che la dignità delle persone fosse rispettata e riconosciuta, che le pari dignità sociali e la giustizia fossero i pilastri su cui erigere le fondamenta della nuova Repubblica”. Nel suo discorso il primo cittadino ha voluto anche richiamare l’attenzione di tutti sul Santo Padre, venuto a mancare nei giorni scorsi, rammentando l’impegno concreto, profuso fino all’ultimo, da parte del Papa a favore della pace e della giustizia.

E’ intervenuto poi Michele Bona, presidente della Sezione ANPI, il quale, dopo aver rivolto il pensiero a “questi 80 anni in cui la pace ha governato nell’Europa occidentale e che oggi viene messa sempre più in discussione dalla crescita delle destre estreme in molti stati e dalla rinnovata volontà di creare un esercito armato europeo”, dopo aver ricordato Papa Francesco e la sua affermazione del 18 marzo scorso “Serve responsabilità, disarmiamo la Terra!”, ha voluto soffermarsi sulla nostra storia locale: “Quanti conoscono i partigiani della nostra cittadina? Quanti conoscono la storia di Luigi Moroni, che costituì il Comitato Clandestino Abbiatense di Liberazione e nei giorni della Liberazione prese parte alle trattative per la resa del locale presidio della Brigata Nera? Quanti conoscono la storia del Comandante Chiappa (nome di battaglia “Abele”), che nei giorni della Liberazione, mentre i tedeschi e gli uomini della X MAS che occupavano la città si davano alla fuga, riuscì a evitare il bombardamento di Abbiategrasso da parte degli alleati, salvando la vita a tutti gli abbiatensi? Quanti conoscono la storia di Don Palestra, che ospitò nei locali dell’oratorio le riunioni del Comitato Clandestino Abbiatense di Liberazione? Sono molti i nomi dei partigiani abbiatensi ai quali inviare oggi il nostro grazie”.

Ha poi continuato affermando che “la Resistenza e la sua essenza sono il vaccino di cui ci dobbiamo munire ogni giorno, per fare sì che ciò che è stato non ritorni. E resistenti sono tutti quei cittadini che si oppongono, anche qui nel nostro territorio, alla cementificazione indefessa dell’ambiente, ai continui tagli alla sanità pubblica, al sociale, all’istruzione, alla criminalità organizzata che ammazza un ragazzo di appena 21 anni. I partigiani pensavano al Bene Comune, a quell’essere comunità solidale che oggi stiamo dimenticando”.

E ancora: “Una Resistenza che siamo chiamati a portare avanti nel presente perché: è inaccettabile continuare a vedere saluti romani durante raduni neofascisti; è inaccettabile il controllo delle opinioni e la negazione del dissenso del DL Sicurezza; è inaccettabile tagliare fondi alla sanità, alla cultura, alla scuola, al sociale e investire invece milioni di euro in armamenti”.

Da ultimo, l’invito rivolto a tutti, soprattutto alle giovani generazioni, di “sviluppare un pensiero critico, studiare, avere il coraggio di gridare i propri NO e resistere, come hanno fatto più di 80 anni fa i partigiani. E allora…siate partigiani, ogni giorno, per essere liberi sempre!”. Il corteo ha poi ripreso il cammino verso il Monumento ai Caduti, su cui alcuni alunni hanno deposto una corona d’alloro, prima di avviarsi verso la Basilica per la celebrazione della Messa, durante la quale la parola ‘libertà’ è risuonata nelle navate, quando nell’omelia mons. Binda, riferendosi alla perdita di Papa Francesco, ha affermato che “la parola ‘libertà’ rende il suo Papato, poiché egli ha perseguito i suoi ideali libero da condizionamenti”. Uscito dalla chiesa, il corteo si è sciolto in piazza Marconi, dopo gli onori al Gonfalone del Comune e il grazie del Sindaco a tutti i partecipanti. Nel pomeriggio molti cittadini hanno seguito il bel concerto della Filarmonica nel Parco della Repubblica. M.B.