ABBIATEGRASSO – Quest’anno la Giornata dell’Unità Nazionale e la festa delle Forze Armate sono coincise con il Centenario dell’armistizio che segna la fine della Grande Guerra. Per l’occasione si sono tenute ad Abbiategrasso, come nel resto d’Italia, le celebrazioni per rendere onore a tutti i Caduti e alle Forze Armate. Il sindaco Cesare Nai, insieme a tutte le autorità cittadine e ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine, congiuntamente a tutte le rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche, hanno presenziato all’evento, partendo con il corteo da piazza Marconi fino al Monumento ai Caduti alle spalle del Castello Visconteo, dove è stato reso omaggio alle vittime della guerra e, con le note della Banda Filarmonica, si è issata la bandiera italiana e deposta la corona di alloro. Il corteo si è poi diretto verso il Sacrario ai Caduti presso il cimitero cittadino. A guidare il corteo molti bambini delle scuole abbiatensi, seguiti dalla banda, dalle Forze dell’Ordine, dalle autorità politiche e un centinaio di abbiatensi. Arrivati al Sacrario, il sindaco Nai ha tenuto un breve e sentito discorso in ricordo di quello che è stato, e ha sottolineato quanto sia importante onorare e rinfrescare ogni anno la memoria in merito alla tragedia immane della Grande Guerra. “Questa data che oggi celebriamo ricorda la Battaglia di Vittorio Veneto, che con la conclusione delle ostilità portò all’unificazione. Oggi celebriamo l’Unità Nazionale ricordando con gratitudine per il loro sacrificio tutti i soldati che diedero la vita per difendere l’indipendenza del nostro Paese. – ha detto il sindaco – Oggi siamo qui per ringraziare ancora le nostre Forze Armate, per rendere onore a tutti coloro che nei campi di battaglia e nelle trincee patirono, soffrirono, morirono e compirono gesti di grande valore e coraggio. Molti di loro non riuscirono a comprendere le ragioni di quella guerra, ma nell’animo dei sopravvissuti rimase scolpito il senso di aver partecipato ad un evento di straordinaria importanza per la vita della Nazione”. Il sindaco ha proseguito ricordando il quadro geopolitico lasciato in eredità al termine del conflitto, la fine di imperi e i primi albori di alcuni dei moderni Stati. Si è soffermato sulla disfatta italiana di Caporetto, quando tutto sembrò perduto e ha poi citato l’importanza della Resistenza sul Piave e la vittoria di Vittorio Veneto il 4 novembre di cento anni fa; la storia di un conflitto che portiamo impresso nella nostra memoria collettiva e scritta nelle nostre città. Nai ha poi concluso il suo discorso ricordando i nostri concittadini caduti e feriti durante il conflitto: “Un ricordo particolare va a coloro che sacrificarono la propria vita, più di duecento qui ad Abbiategrasso: così come coloro che subirono gravi ferite (..), un pensiero doveroso va a tutti quei ragazzi che partirono per il fronte, lasciando a casa la loro giovinezza senza la certezza di una vita futura. Questa è l’occasione per ricordare come i valori della pace, del dialogo e della fratellanza tra i popoli costituiscano la condizione irrinunciabile per il progresso della società in cui viviamo e per il futuro delle nuove generazioni. Viva l’Italia, viva la Repubblica, viva le Forze Armate!” Successivamente si è celebrata la Santa Messa in suffragio delle vittime di tutte le guerre, e poi i bambini delle scuole si sono alternati al microfono leggendo i nomi dei cittadini abbiatensi caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Il corteo ha poi ripreso la sua marcia, uscendo dal cimitero e tornando in piazza Marconi dove il sindaco ha chiuso la manifestazione ricordando le vittime e ringraziando tutti i partecipanti. Una giornata importante, in un momento complicato della nostra Repubblica, ricordare, rispettare ed onorare la memoria del nostro Paese non deve portarci mai verso i nazionalismi, quella strada l’abbiamo già percorsa e le giornate come il 4 novembre servono, soprattutto ai giovani, per sapere dove quelle strade ci portarono. Queste le parole del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella a Roma, durante la commemorazione di domenica: “Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nell’Unione Europea. Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì in misura fallimentare l’incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo”. Luca Cianflone